Ecosistemi complessi – Mauro Gobbi

La criosfera è a tutti gli effetti un habitat nel quale vivono organismi criofili, quindi amanti del freddo, la cui sopravvivenza è legata alla presenza del ghiaccio. La Criosfera è un ambiente non replicabile, la cui conservazione è stata messa a dura prova dai cambiamenti climatici.

A cura di Mauro Gobbi

La criosfera, ovvero l’insieme del ghiaccio terrestre in tutte le sue manifestazioni (ghiacciai, neve, ghiaccio nel suolo, ghiaccio marino, ghiaccio in grotta ecc) è stata a lungo considerata un ambiente inospitale per gli organismi viventi. Un numero crescente di pubblicazioni scientifiche sta dimostrando quanto i ghiacciai e le forme del paesaggio legate alla presenza di permafrost come ad esempio i ghiacciai di roccia (rock glacier) siano a tutti gli effetti un habitat nel quale vivono organismi criofili, quindi amanti del freddo, la cui sopravvivenza è legata alla presenza del ghiaccio. Tra questi organismi, quelli più abbondanti sono i batteri, le alghe, i muschi, gli invertebrati, alcuni vertebrati e alcune piante.

La criosfera è un habitat protetto dalla Comunità Europea, tramite Rete Natura 2000 (“Ghiacciai permanenti” – Codice 8340), ma è anche un habitat non replicabile e quindi, a seguito dei cambiamenti climatici in atto, a rischio di scomparsa. Di conseguenza è necessario implementare gli studi inerenti la biodiversità glaciale in quanto patrimonio naturalistico a rischio di imminente estinzione.

I ricercatori del MUSE da più di vent’anni operano sulle principali aree montuose del mondo, come ad esempio Alpi, Pirenei, Ande, Karakorum e Scandinavia col fine di censire e studiare la biodiversità presente sui ghiacciai. Negli ultimi anni l’attenzione si è rivolta sempre maggiormente ai ghiacciai con l’estensione più ridotta, quindi prossimi all’estinzione, al fine di fornire l’ultima “fotografia” della loro biodiversità.

Fare attività di ricerca biologica in ambiente glaciale è particolarmente sfidante dal punto di vista operativo, sia in termini di strumentazione scientifica che di preparazione fisica e mentale per lavorare in team in condizioni ambientali estreme. Per raggiungere un ghiacciaio i ricercatori si muovono principalmente a piedi, spesso fuori sentiero, portando zaini pensanti con all’interno la strumentazione necessaria per raccogliere e conservare i campioni di organismi glaciali, tra cui retini, provette, pinzette, vaschette, soluzioni conservanti. A questo materiale si aggiunge la strumentazione funzionale alla progressione in sicurezza su ghiacciaio, come ad esempio caschetto, imbrago, ramponi, piccozza.

Una volta giunti su ghiacciaio, o ai suoi margini, si procede con la scelta delle zone in cui effettuare le attività di ricerca e a seguire si inizia il monitoraggio faunistico o floristico che deve essere svolto in maniera efficace ed efficiente per ottimizzare il tempo a disposizione, anche in funzione delle condizioni meteorologiche. I campioni raccolti vengono poi portati nei laboratori del MUSE dove avviene il loro studio e la successiva conservazione e curatela nelle collezioni museali.