
Il ghiacciaio controcorrente – Chiara Bettega
A cura di Chiara Battega
Essere un ghiacciaio che non arretra, di questi tempi, ti carica di una responsabilità senza eguali. Il mondo ripone su di te molte delle sue speranze e mentre gli altri ghiacciai sono sorvegliati speciali perché scompaiono, tu lo sei perché sei uno dei pochi che, nelle fotografie del passato, appare più piccolo di com’è ora.
Tu sei il Perito Moreno.
Il Perito Moreno è uno dei giganti del Campo de Hielo Sur, la terza calotta glaciale del pianeta dopo l’Antartide e la Groenlandia. Esteso a cavallo tra Cile e Argentina per 259 km2, è un ghiacciaio il cui flusso di ghiaccio si dirige verso un corpo d’acqua, in questo caso il Lago Argentino (Figura 1). Il suo fronte si estende per circa 5 km, con un’altezza che oscilla tra i 55 e gli 80 m.
È un ghiacciaio veloce, il Perito Moreno. La rapidità di avanzamento è dovuta all’esistenza, alla base del ghiacciaio, di una sorta di cuscino d’acqua che lo tiene staccato dalla roccia. Si muove quindi a velocità che oscillano tra i 400 e i 600 m all’anno e per questo è intenso il fenomeno del calving, ovvero la separazione di blocchi di ghiaccio dal fronte terminale. Questi blocchi, staccandosi, precipitano in acqua, vi si inabissano per poi riemergere galleggiando e dando vita a spettacolari danze.
Il calving è un fenomeno tipico dei ghiacciai che terminano in acqua, quindi di per sé il Perito Moreno è “uno fra tanti”. Ciò che però lo rende eccezionale è un’altra storia, che racconta di un ciclo che sembra eterno, ma che forse si sta rompendo. Il fronte del ghiacciaio ha davanti a sé la Penisola di Magallanes, una lingua montuosa rotondeggiante circondata da due rami del Lago Argentino, il Canal de los Témpanos a nord, e il Brazo Rico a sud. Periodicamente il fronte del ghiacciaio, nel suo movimento verso valle, raggiunge la penisola e forma una diga di ghiaccio che separa il Brazo Rico dal resto del Lago Argentino, facendo aumentare il livello del Brazo Rico anche di oltre 20 m. A questo punto, l’enorme pressione prodotta dall’acqua inizia ad erodere il fronte del ghiacciaio: il muro di ghiaccio si scioglie nei punti più deboli, attraverso i quali filtra l’acqua, la cui inesorabile azione scava poco a poco un tunnel, collegando i due rami del Lago Argentino. Il ponte di ghiaccio che si forma tra il fronte del ghiacciaio e la penisola si assottiglia mano a mano che, per effetto combinato dell’erosione dell’acqua e della pressione del ghiacciaio che spinge verso la terraferma, guglie e blocchi di ghiaccio si staccano, fino al collasso completo della struttura. Uno spettacolo che richiama turisti da tutto il mondo.
Il primo contatto documentato del ghiacciaio con la Penisola di Magallanes risale al 1917. Tra il 1917 e il 1988 si sono verificati 16 episodi di chiusura. In particolare, dal 1966 al 1988 si sono alternati dei cicli pressoché costanti di 4 anni: 2 anni dalla formazione della diga al collasso seguiti da 2 anni per la formazione di un nuovo sbarramento. Tra il 1988 e il 2003, nonostante il ghiacciaio abbia toccato la penisola, l’acqua ha continuato a scorrere attraverso condotti subglaciali e non ci sono quindi stati episodi di sbarramento completo. Dopo questa pausa, nuovi cicli biennali si sono verificati fino al 2012, seguiti da cicli di diversa durata fino al 2019.
Il comportamento oscillante del Perito Moreno, dovuto all’interazione tra il fronte terminale, il lago e la penisola, gli ha permesso di rimanere sostanzialmente stabile negli ultimi decenni, in evidente controtendenza con il resto dei ghiacciai del Pianeta.
Tuttavia, dal 2020 qualcosa si è rotto. I ricercatori dell’Instituto Argentino de Nivología, Glaciología y Ciencias Ambientales (IANIGLA) che monitorano il ghiacciaio hanno documentato un arretramento di 700 metri tra il 2021 e il 2023 lungo il margine nord, quello affacciato sul Canal de los Témpanos (Figura 2), con un aumento della frequenza di episodi di distacco di iceberg. Inoltre un comportamento simile, se pur per il momento meno evidente, sta interessando anche il margine meridionale della lingua.
Per il momento l’ancora di salvezza è rappresentata dal contatto con la Penisola di Magallanes: finché questo si mantiene, la velocità di arretramento potrebbe rallentare. Tuttavia, se si perdesse il contatto, l’arretramento di tutta la lingua sarebbe inevitabile e irreversibile.
Il Perito Moreno non è più stabile. È entrato in disequilibrio con il clima, come gli altri ghiacciai. E come gli altri, ora è un sorvegliato speciale perché rischia di scomparire.

Fig.1 Mappa del ghiacciaio Perito Moreno e delle aree circostanti

Fig.2 Arretramento del fronte del ghiacciaio Perito Moreno dal 1998 al 2023 (fonte IANIGLA)