In rapido cambiamento – Marco Avanzini

I ghiacciai delle nostre Alpi stanno vivendo un cambiamento epocale che sta trasformando completamente, e di continuo, i paesaggi alpini e la montagna come la si è conosciuta fino ad oggi.

A cura di Marco Avanzini – MUSE

I ghiacciai delle nostre Alpi stanno cambiando a una velocità incredibile. Si stanno assottigliando sempre di più, ingrigendosi e screpolandosi, facendo riemergere creste e ghiaioni che, per secoli, erano nascosti dal ghiaccio e diventando pericolosi anche per escursioniste/i più esperte/i.

Sono ormai un vero e proprio simbolo di come la natura si stia trasformando sotto il peso del riscaldamento climatico.
I numeri sono spaventosi: oltre il 65% della superficie glaciale osservata a metà Ottocento si è liquefatta e gran parte di questa perdita è avvenuta negli ultimi decenni. Il paesaggio in alta quota sta cambiando di continuo: i ghiacciai si spostano sempre più in alto, mentre la vegetazione ne prende lentamente il posto.

Quest’estate 2025, le montagne delle Alpi si stanno rivelando più fragili che mai. Torrenti di fango, pareti che si sgretolano sotto il sole, sentieri franati… tutto sembra in rapido mutamento. Secondo il bollettino estivo del Comitato Scientifico Centrale del CAI, pubblicato a fine giugno, “gli effetti del riscaldamento climatico sull’ambiente montano si stanno intensificando”.

Molti crolli sono da attribuire proprio all’innalzamento termico e all’alternanza secco/pioggia che modifica l’equilibrio delle masse rocciose. Non sono più solo le grandi pareti delle Dolomiti o i percorsi più impegnativi a essere a rischio: anche i sentieri più bassi e medi stanno subendo erosione, cedimenti e instabilità, aggravate da temporali sempre più violenti.
Siamo di fronte a scenari nuovi, con paesaggi alpini che cambiano di continuo e diventano sempre più imprevedibili.

I ghiacciai in ritirata lasciano spazio a nuovi spazi nei quali diventa protagonista una nuova colonizzazione biologica: ecosistemi che si spostano forzatamente verso l’alto, portando a un lento e inarrestabile “rinverdimento” delle alte quote. Questo potrebbe aiutare a proteggere le montagne da frane e valanghe, ma cambierà radicalmente il volto della montagna e l’uso del suolo.

Vigneti che salgono sempre più in alto, come in Veneto o in Valle d’Aosta, praterie che diventano zone di coltivazione intensiva, con tutti i problemi di inquinamento che ne conseguono… sono solo alcune delle sfide che i territori dovranno affrontare in un tempo che si sta facendo sempre più rapido.

Insomma, i nostri monti stanno vivendo un cambiamento epocale e il ritmo di questa trasformazione ci mette di fronte a una realtà che necessita di essere affrontata con consapevolezza e decisione.